Oggi parliamo dei capperi di Pantelleria, piccoli ma ricchissimi di sapore. Ma c’è di più, scopriremo anche cucunci, tenerumi e il capperificio che porta la tradizione pantesca nel mondo. Pronti a partire?
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Tonda, gentile e buonissima: la nocciola Piemonte IGP delle Langhe
Tra le colline delle Langhe c’è una perla croccante e profumata, una vera stella nel firmamento delle eccellenze italiane. Stiamo parlando della nocciola Piemonte I.G.P.
Tecnicamente si chiama tonda, gentile trilobata e il perché è presto detto. Tonda è tonda, e gentile lo è di sicuro, con il suo sapore raffinato ed eccellente. Trilobata, invece, perché non è perfettamente sferica ma, per l’appunto, formata da tre protuberanze unite.
Altre caratteristiche della nocciola delle Langhe che la rendono superiore a tutte le altre sono sicuramente la sua elevata pelabilità naturale, che la rende più facile anche da lavorare, e la buona conservabilità, merito del basso contenuto di grassi.
E poi ha un’ottima resa in termini di produzione. Il guscio è sottilissimo, ma molto più duro di quello delle altre varietà. Insomma, un vero scudo di protezione per questi frutti meravigliosi.
Storia e territorio
Siamo in un territorio unico, che vanta ben cinque siti Patrimonio Mondiale dell’Unesco. E proprio qui, tra colline e castelli, cresce la miglior varietà al mondo di nocciole.
Ma cos’ha di tanto speciale questo territorio? Perché solo qui le nocciole vengono così buone? Sarà l’altitudine, saranno le caratteristiche organolettiche del terreno, o magari la vicinanza con il mare della Liguria, sta di fatto che come la nocciola delle Langhe c’è solo la nocciola delle Langhe.
E anche se parliamo di storia, la nocciola piemontese merita una menzione di tutto rispetto. Lo sapevate che la coltivazione di nocciole ricevette una spinta incredibile dalla guerra tra Napoleone e l’Inghilterra?
Nel 1806, infatti, il Bonaparte chiese (più che altro impose) ai sudditi e agli alleati di bloccare ogni rapporto commerciale con l’Inghilterra, dispensatrice, a qual tempo, del cacao proveniente dalle colonie.
I maestri pasticceri torinesi, allora, ebbero un vero colpo di genio: miscelare le scorte di cacao rimaste con farina di nocciole del Piemonte. E fu così che nacque il Gianduia. Quando si dice tirar fuori il meglio da ogni situazione…
La raccolta
Le nocciole si raccolgono solo quando sono pronte a staccarsi dall’albero, non prima. Una nocciola ancora verde, infatti, non solo non si conserva correttamente ma, soprattutto, ha un livello di aflatossine potenzialmente dannoso per l’uomo.
E ovviamente, non tutti i paesi hanno una normativa sui prodotti agroalimentari rigorosa come quella italiana. Un motivo in più per leggere sempre attentamente l’etichetta e scegliere solo prodotti nazionali.
Il periodo di raccolta è l’autunno. Quando il guscio è legnoso e di un bel marrone, è il momento di armarsi di pazienza e setacciare il terreno in cerca dei frutti preziosi.
E bisogna anche sbrigarsi, perché le nocciole che restano troppo a contatto con il terreno ne assorbono l’umidità. Sempre che non passino prima scoiattoli e cinghiali…
Il riconoscimento I.G.P. e il Consorzio di Tutela
La nocciola delle Langhe ha ottenuto il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta il 2 dicembre 1993. Il disciplinare di produzione stabilisce le caratteristiche del prodotto, l’area di produzione, i sistemi di coltivazione, di commercializzazione e di etichettatura.
Altra data da segnarsi il 19 settembre 2019. Come riportato dal comunicato del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’Unione Europea ha approvato in via definitiva la modifica al disciplinare Nocciola Piemonte I.G.P. con l’introduzione del nome Langhe.
Il legame tra il territorio e i suoi frutti è indissolubile, lo sappiamo perfettamente. Ed è giusto che venga sempre, sempre ricordato. Perché se questa nocciola eccezionale cresce solo nelle Langhe, lo dobbiamo dire, è importante.
Il Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela della Nocciola Piemonte I.G.P., invece, ha il compito di vigilare sulla produzione e di promuovere il prodotto a livello commerciale, con iniziative volte a farlo conoscere anche fuori dal suo territorio.
Caratteristiche di gusto
Bene, fin qui abbiamo visto gli aspetti più tecnici di questa nocciola, ma veniamo al lato assaggio, che poi è quello che ci interessa di più.
La nocciola delle Langhe è la più buona al mondo. E se pensate che stia esagerando, forse è perché non avete mai assaggiato la vera nocciola IGP delle Langhe, quella che producono i nostri amici di Terra delle Nocciole a Cravanzana, in provincia di Cuneo.
Sono tre amici, coltivatori di nocciole di terza generazione, che hanno riunito le aziende agricole in una rete che oltre alla coltivazione diretta segue anche la lavorazione e la trasformazione in semilavorati.
Il gusto è assolutamente inconfondibile. Una volta che avrete assaggiato la nocciola IGP delle Langhe, non potrete più tornare indietro.
Il sapore è fine, avvolgente e delicato, l’aroma persistente soprattutto dopo la tostatura che sprigiona il profumo in tutta la sua intensità.
Intere, farina, granella o in pasta?
Le nocciole più buone al mondo sono disponibili in varie forme: intere, semplicemente tostate e prive di buccia, in granella, in farina o in pasta.
Tutto dipende da come vi volete viziare. Con le nocciole intere, beh, il gioco è semplice. Prendete una bella ciotolina, riempitela di nocciole e iniziate a gustare, ma state attenti che sono peggio delle ciliegie, una tira l’altra.
Oppure potete preparare dei dolci spettacolari con la farina di nocciole, ne abbiamo già parlato nel nostro blog.
Con la granella, invece, potete decorare torte, crostate, tartellette, oppure potete usarla per aggiungere una nota croccantina a gelati, yogurt e budini. E la potete aggiungere anche alle preparazioni salate, magari per impanare degli involtini di carne o per arricchire un sugo per la pasta (sta benissimo con il Gorgonzola, per dire).
Con la pasta di nocciola potete davvero sbizzarrirvi. È un prodotto puro, composto al 100% di nocciole I.G.P. del Piemonte. Potete farcire una torta, un ciambellone, un rotolo dolce, oppure spalmarla ma sul pane, così com’è, o magari usarla per preparare mousse, gelati e semifreddi.
Ecco, ora la nocciola delle Langhe non ha più segreti per voi. E allora, che aspettate, correte ad acquistarla e preparatevi a un incontro con la bontà.
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